Ennio Doris, banchiere.


Io lavoro sempre con la convinzione che non esista, in fondo, nessun problema irrisolvibile.
Jung


INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia e del made in Italy. Anche con riferimento alle piccole e medie imprese che hanno contribuito al progresso del Paese.

Biografie precedenti

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I - Ferdinando Innocenti -
J - Steve Jobs
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S - Angelo Salmoiraghi - Isaac Merrit Singer - Alfred Sloan - Luisa Spagnoli - Otto Sundbäck
T - Franco Tosi - Nicola Trussardi -
V - Gianni Versace - Vittorio Valletta - Alfredo Vignale - Carlo Vichi - Giuseppe Volpi
W - Edoardo Weber
Z - Ugo Zagato - L. Zambeletti - Lino Zanussi - E. Zegna

Ennio Doris

Tombolo, 3 luglio 1940 – Milano, 24 novembre 2021

Ennio Doris è stato un dirigente d'azienda, imprenditore e banchiere italiano, fondatore di Mediolanum, attiva nel settore della finanza e del risparmio. Presidente onorario del consiglio di amministrazione di Fondazione Mediolanum Onlus e socio di FINPROG Italia S.p.A., fino al 21 settembre 2021 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Banca Mediolanum. Con un patrimonio stimato di 3 miliardi di dollari, nel 2018 Ennio Doris era 17º nella classifica della rivista Forbes riguardante gli uomini più ricchi d'Italia.
Dopo il diploma in ragioneria presso la scuola superiore "J. Riccati" (TV), Ennio Doris inizia la sua carriera lavorativa come venditore porta a porta presso la Banca Antoniana di Padova e Trieste (poi Antonveneta) nella filiale di San Martino di Lupari (PD), dove rimane per otto anni, per poi diventare direttore generale delle officine meccaniche Talin di Cittadella con Dino Marchiorello. Vedendo Gianfranco Cassol, suo compagno di scuola, fare il promotore finanziario, nel 1969 inizia la sua attività nel campo della consulenza finanziaria per la società Fideuram (oggi Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking).
Nel 1971 entra a far parte della Dival (gruppo RAS) che aveva appena dato vita al fondo comune di diritto lussemburghese “TreR” (dalle iniziali dei tre gruppi promotori: RAS, Rothschild e Rockfeller). Comincia in una struttura commerciale inizialmente composta da pochi collaboratori, in dieci anni raggiunge la qualifica di divisional manager con un gruppo di 700 persone. Il successo in Dival e l'esperienza accumulata nel mondo del risparmio fanno maturare in lui il desiderio di realizzare un progetto imprenditoriale che permettesse di offrire ai clienti risposte a 360°, una consulenza finanziaria “globale”.
Nel numero di maggio del 1981 il mensile Capital edito allora dalla Rizzoli pubblica una lunga intervista a Silvio Berlusconi, attivo nel settore immobiliare e in quello televisivo con Canale 5, che fa un'affermazione: “Se qualcuno ha un'idea e vuole diventare imprenditore, mi venga a trovare. E se l'idea è buona ci lavoriamo insieme”. Un incontro casuale a Portofino permette a Ennio Doris di conoscere Berlusconi e di presentargli il suo progetto, convincendolo a parteciparvi. Nel febbraio del 1982 nasce la società Programma Italia, la prima rete in Italia a offrire consulenza globale nel settore del risparmio, posseduta pariteticamente dal Gruppo Fininvest e Ennio Doris. Sotto la guida carismatica di Ennio Doris la rete di promotori di Programma Italia cresce rapidamente, come pure il fatturato dell'azienda. Nel 1994 Programma Italia S.p.A. muta la propria denominazione sociale in Mediolanum S.p.A, holding di tutte le attività di settore.
Nel giugno del 1996 l'azienda viene quotata nella Borsa Italiana ed entra nel MIB 30 a partire dal 1998. Nel maggio del 1997 nasce la nuova Banca Mediolanum con Ennio Doris come presidente. Nel 2000, Banca Mediolanum dà il via al processo di espansione all'estero approdando dapprima in Spagna per replicare il modello di successo italiano attraverso l'acquisizione del Gruppo Bancario Fibanc e proseguendo poi, l'anno successivo, con l'acquisto di Gamax Holding e di Bankhaus August Lenz and Co in Germania.
Sempre nel 2000, Doris ed Enrico Cuccia siglano un'alleanza che si concretizza in un accordo di joint venture e di scambio azionario fino al 2% tra Mediolanum e Mediobanca. Siamo ancora nel 2000 quando il fondatore di Banca Mediolanum traccia un cerchio sulle sabbie di un lago salato per spiegare il suo nuovo modello di banca: quella "costruita intorno a te". Profondo innovatore, Doris rompe gli schemi canonici anche della comunicazione e si mette in gioco in prima persona divenendo testimonial della campagna pubblicitaria della banca affinché i clienti conoscano e vedano il volto del banchiere cui affidano i loro risparmi.
Nel 2019 Banca Mediolanum vale oltre 6 miliardi di euro e conta più di 8.000 dipendenti. A marzo 2020 dona 5 milioni di euro alla regione Veneto per la battaglia contro la COVID-19. Muore nella notte del 24 novembre 2021 a 81 anni. Ennio Doris è stato sposato dal 1966 fino alla sua morte con Lina Tombolato e ha avuto due figli: Massimo Antonio Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum S.p.A., e Annalisa Sara Doris, presidente esecutivo della Fondazione Mediolanum Onlus e consigliere di Banca Mediolanum S.p.A.

doris

Banca Mediolanum Sede

L'ultima intervista con Avvenire, il 5 settembre 2021
«Ho passato la vita con la mano di Dio posata sul capo. Ho avuto tanto, quello che ho costruito l’ho fatto non per merito mio, ma perché il Padreterno mi ha fatto nascere in una famiglia che mi ha amato e poi mi ha donato talenti da mettere a frutto. Da credente, aiutare chi non ha più nulla a risollevarsi con il lavoro è il mio modo di ringraziare e restituire».
A 81 anni Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, accetta di parlare con Avvenire non di economia e finanza, bensì di talenti, di valori e dei motivi che lo hanno spinto, da uomo del fare, a finanziare l’opera dei laboratori che stampano ostie in diverse carceri del pianeta.
Partiamo dalla povertà. Doris la conosce bene, ha vissuto sulla propria pelle privazioni e durezze dell’Italia rurale del dopoguerra, in un tempo lontano che ricorda con orgoglio. Il banchiere, l’uomo di successo viene dalle campagne di Tombolo, provincia di Padova ed è venuto al mondo in una famiglia umilissima crescendo in una casa senza riscaldamento né acqua corrente divisa con due famiglie di parenti. «Eravamo in 18. Sono grato ai miei genitori che non mi hanno mai fatto mancare l’amore e mi hanno educato con valori cristiani, l’amore e il rispetto per il prossimo. La mia infanzia è stata un paradiso. È stato il primo grande dono. Poi ne ho avuto in culla un altro».
Quale? b
Il senso del numero. A Tombolo, finite le elementari, il sogno di noi bambini era andare a vendere bestiame. Era la via per entrare nel mondo degli adulti. Però mi fermò una nefrite a dieci anni e così i miei mi fecero proseguire gli studi alle medie con molti sacrifici e le superai a pieni voti vincendo premi e borse di studio. Vedendo i risultati, i miei genitori mi spinsero a proseguire. Mi iscrissi a ragioneria a Treviso perché volevo andare a lavorare dopo il diploma. Mi alzavo all’alba per prendere il treno. Mia mamma era già in piedi da un’ora, mi preparava la colazione e il pranzo, mi metteva il vestito a scaldare davanti al fuoco in inverno, perché in camera da letto c’erano i ghiaccioli e dovevo lavarmi all’aperto. Quando stavo per diplomarmi, una professoressa mi consigliò di continuare. Le risposi che non potevo permettermelo, si offrì di pagarmi l’università. Ma rifiutai per aiutare i miei.
Poi lei è entrato in banca, negli anni 70 ha lasciato il posto fisso e da promotore finanziario è arrivato al successo e in società con Silvio Berlusconi ha creato una banca...
Ci sono arrivato sempre lavorando molto per far fruttare i talenti che mi sono stati donati. Oltre alla capacità di far bene i conti, so ascoltare e convincere la gente a darmi fiducia e cerco sempre di ripagarla. Ho rispetto per le persone. Quando avevo iniziato a fare il promotore finanziario, un falegname mi consegnò un assegno di dieci milioni, che negli anni 70 erano una bella somma. Ero felice poiché lavoravo a provvigione. Lui mi disse che mi aveva dato molto di più: mi consegnava i frutti di anni di sacrifici. Mi spiegò poi che non poteva permettersi di ammalarsi perché se non lavorava la sua famiglia non poteva mangiare. Si aspettava da me una rendita che gli permettesse il 'lusso' della malattia pagata. Ho cercato di trasmettere questo senso di responsabilità nella gestione dei risparmi ai miei collaboratori.
Quindi economia e finanza devono avere valori etici?
Certo, che vadano oltre il mero profitto immediato. Generano profitti più alti e anche economicamente convengono. Ha ragione il Papa, economia e finanza devono essere al servizio dell’uomo. Credo che quando andremo nell’Aldilà, come mi hanno insegnato, ci verrà chiesto per prima cosa come abbiamo messo a frutto i talenti e poi chi abbiamo aiutato. Per me ciascuno deve essere messo in condizione di farli fruttare. Così si ha il centuplo quaggiù, si crea un mondo migliore e si aiuta la gente. Ci vuole la carità.
Che valore ha la famiglia per lei?
È tutto. Oltre alla mia famiglia d’origine ho avuto in dono da Dio mia moglie, l’amore della mia vita. Ci siamo conosciuti nel 1962 e sposati nel 1966 e per me è sempre la ragazza della quale mi sono innamorato a prima vista. Mi è sempre stata vicino e ha condiviso tutto con me. In passato, oggi e in futuro.
Cosa l’ha convinta a finanziare il progetto 'll Senso del Pane'?
La possibilità di ridare dignità, di fare in modo che con il lavoro anche chi ha sbagliato nella vita possa ripartire, scoprire e far fruttare il proprio talento. Se poi il lavoro è stampare quello che durante la messa diventerà il Corpo di Cristo, mi sembra il massimo. Ha affascinato anche papa Francesco. Aiutiamo in Italia e in tutto il mondo persone che non avrei mai potuto conoscere. Arnoldo Mosca Mondadori mi ringrazia sempre per l’aiuto, ma sono io a ringraziarlo per avermi dato la possibilità di incontrare e aiutare chi ha bisogno e nel quale rivedo il volto di Cristo.
Lei conosce meglio di altri il Paese profondo. Questa Italia impoverita e fiaccata dal Covid ha la forza di rialzarsi?
Certo. Purtroppo ci raccontano sempre dell’albero che cade e ci dimentichiamo della foresta che cresce. Invece in Italia ci son valori forti, guardi cosa sono capaci di fare per la società due milioni di volontari. Mi ha colpito l’immagine del console italiano rimasto a Kabul che ha salvato il bambino. È quello che gli italiani sanno fare.
Paolo Lambruschi

INTERVISTA al Sole 24 Ore

Onorificenze italiane
- Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana «Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri» — 27 dicembre 1992
- Cavaliere del lavoro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere del lavoro — 30 maggio 2002
- Master honoris causa in banca e finanza dalla Fondazione CUOA - nastrino per uniforme ordinaria Master honoris causa in banca e finanza dalla Fondazione CUOA — 27 maggio 2002

Eugenio Caruso - 25 novembre 2021

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