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Amedeo Peter Giannini, il più grande banchiere del mondo.


Io lavoro sempre con la convinzione che non esista, in fondo, nessun problema irrisolvibile.
Jung


INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei grandi capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia e del made in Italy. Anche con riferimento alle piccole e medie imprese che hanno contribuito al progresso del Paese.

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Amedeo Peter Giannini

Amadeo Peter Giannini (San Jose, 6 maggio 1870 – San Mateo, 3 giugno 1949) è stato un banchiere statunitense. Di origine italiana (Favale di Malvaro in provincia di Genova), fu tra i fondatori della Bank of America, il primo a servirsi della pubblicità, il primo a finanziare la vendita a rate delle automobili, ma soprattutto il primo a concepire la banca come un bene di largo consumo, un servizio per tutti, e non soltanto per ricchi. È considerato l'inventore delle moderne pratiche bancarie; fu il primo ad offrire servizi bancari, non solo alle classi alte ma anche alla classe media. Egli ha inoltre fondato anche la Transamerica Corporation.
I suoi genitori erano immigrati italiani, provenienti da Favale di Malvaro, comune nell'entroterra di Levante della Città metropolitana di Genova. Giannini aprì la Bank of Italy il 17 ottobre 1904 nei locali di un ex saloon; i depositi il primo giorno ammontarono a 8.780 dollari. La prima difficoltà da sormontare fu il terremoto di San Francisco del 1906, ma proprio il terremoto aiutò Giannini a guadagnare il monopolio dei prestiti: quando il terremoto e l'incendio distrussero in tre giorni 50.000 abitazioni private, oltre agli uffici, agli alberghi e agli edifici pubblici, Giannini, che faceva il banchiere da soli 4 anni e la cui clientela era formata da umili artigiani e commercianti di origine italiana, che non trovavano credito in nessun'altra banca, prese un tavolo, lo piazzò in mezzo alla folla dei sinistrati, ci mise sopra il cartello Banca d'Italia: aperto ai clienti, e incominciò ad offrire soldi per la ricostruzione.

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Busto di Amadeo Peter Giannini - di Lucio Minigrilli


Il terremoto di San Francisco gli offrì quindi l'occasione di estendere anche al di fuori della colonia italiana la sua fiducia nel lavoro della gente semplice, nel dinamismo della vita economica americana e nella funzione di stimolo della banca. Il suo coraggio fu premiato: gran parte della ricostruzione di San Francisco fu finanziata attraverso i suoi sportelli. Dal 1916 aprì altre filiali: da San Francisco la sua attività si allargò a poco a poco a tutta la California, specie sotto forma di finanziamento dei piccoli agricoltori, in gran parte oriundi italiani. Successivamente, superati gli ostacoli anche legali che i concorrenti e le autorità locali opponevano alla sua penetrazione, ottenne la fiducia dei grandi uomini di affari e si espanse anche nel resto degli Stati Uniti.
Nel 1919 fondò la Banca d'America e d'Italia, succursale italiana della Bank of Italy. Nel 1927 cambiò il nome della Bank of Italy in Bank of America: il banchiere degli umili era ormai diventato il banchiere di tutti. Nel 1928 Giannini si avvicinò a Orra E. Monnette, presidente della Bank of America di Los Angeles per la fusione dei due istituti finanziari. Riuscì a convincerlo e perciò si formò il primo grosso gruppo bancario della California. Nel 1945 la Bank of America superò per entità di depositi la First National City Bank e la Chase Manhattan Bank, le due più grosse banche di New York, e diventò la prima banca del mondo, (ruolo ricoperto con alti e bassi e riconquistato nel giorno in cui Lehman Brothers dichiarò bancarotta, il 15 settembre 2008, con l'acquisto di Merrill Lynch per cinquanta miliardi di dollari). Sempre nel 1945 creò la Giannini Family Foundation con lo scopo di promuovere la ricerca medica.
Nel periodo bellico Amadeo Giannini incaricò il figlio Mario di occuparsi degli italiani confinati nei campi di concentramento e di adoperarsi al fine di evitare l'internamento di altri italo-americani. Subito dopo la fine della guerra volle che la banca partecipasse in prima persona alla ricostruzione dell'Italia accordandosi con Arthur Schlesinger, responsabile della gestione del Piano Marshall, per accelerare l'invio degli aiuti; visitando l'Italia aiutò con prestiti l'industria automobilistica FIAT. Giannini e la sua banca in California hanno aiutato inoltre in maniera determinante le industrie cinematografiche e del vino a consolidarsi. Giannini finanziò i primi film di Walt Disney, Charlie Chaplin e Frank Capra, autori con cui strinse un forte legame di amicizia.
Omaggi
A San Francisco una piazza vicina alla Bank of America della città è intitolata a suo nome, mentre il servizio postale americano lo ha onorato con l'emissione nel 1973 di un francobollo con il suo ritratto. La rivista Time ha qualificato Giannini come uno dei "builders and titans" (costruttori e titani) del XX secolo. Nel 2004 il governo italiano lo ha onorato con una esibizione e cerimonia nel Parlamento per ricordare il centenario della fondazione dalla Bank of Italy. Il 25 novembre 2020, nell'anno del 150º anniversario dalla nascita, Poste italiane gli ha dedicato un francobollo commemorativo.

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Francobollo statunitense del 1973 dedicato ad Amadeo Giannini

Amadeo Peter Giannini, la storia del ‘banchiere gentiluomo’ che fondò la Bank of Italy. Articolo di Giuseppina La face

È il 1869, una nave salpa da Genova e punta al mare aperto. Due giovani italiani guardano la costa allontanarsi: sono sposi da poco, si chiamano Virginia e Luigi Giannini. Abbandonano la Liguria, il loro paese natio, Favale di Màlvaro, i parenti, gli amici: la loro mèta è il nuovo mondo, gli Stati Uniti d’America; la loro speranza, un futuro migliore. Lo cercheranno in California, a San José. Virginia è incinta, lo confida a Luigi durante il viaggio: il 6 maggio 1870 nasce il loro primo figlio, Amadeo Peter, detto Appi. Proprio di lui tratta un gran bel libro, Il banchiere galantuomo, pubblicato or ora da Francesco Brioschi Editore in edizione ampliata. Lo ha scritto Giorgio Alarico Chiarva, industriale del legno, laureato in architettura, collaboratore di testate giornalistiche. Sulla base di una ricca documentazione, affidandosi qua e là all’estro della fantasia, traccia la biografia di Amadeo Peter Giannini, il personaggio straordinario che ha fondato, tra l’altro, la Bank of Italy. Virginia e Luigi, negli Usa, rilevano la gestione dell’Hotel Suisse e avviano un’attività imprenditoriale. Con i guadagni comprano un appezzamento di terra e in pochi anni lo trasformano in un’azienda agricola con numerosi dipendenti. Ma la tragedia deflagra: un bracciante, per una questione di paga, uccide Luigi sotto gli occhi di Appi. Tutto sembra cancellato, chiuso per sempre.Virginia però si risposa con Lorenzo Scatena, uno dei vecchi dipendenti di Luigi. L’azienda fiorisce. Appi, intelligente e socievole, crescendo se ne interessa anch’egli, ne comprende i meccanismi, studia le innovazioni. Consiglia la madre e il patrigno. Intuisce, ad esempio, che la frutta va raccolta acerba, per poi maturare durante il trasporto e la consegna: il che cambia le prospettive di guadagno. Sposa Clorinda Cuneo, figlia anche lei di emigrati. Il padre, Joseph, aveva fatto fortuna e fondato una banca, la Columbus Saving & Loan Bank. Alla sua morte indica come successore Amadeo: che ha però l’ideale di una banca etica e popolare, non gradito agli altri azionisti; si dimette dopo poco tempo. Ma non è tipo da scoraggiarsi. Ha ben capito che, se la vita ti pone un ostacolo, devi rilanciare, non soccombere. E così nel 1904 fonda la Bank of Italy, la prima banca popolare ad azionariato diffuso (assieme ad altre filiali nel 1928 prenderà il nome di Bank of America of California). Amedeo concede finanziamenti anche a chi, desideroso di lavorare, non poteva però dare garanzie: in primis, gli immigrati italiani. Non è assistenza, non è questo il compito della Bank of Italy: essa concede gli strumenti a chi investe volontà, sforzo, fatica. Essere figlio di immigrati ha insegnato molto ad Amadeo. Nel 1906, terribile e devastante, il terremoto distrugge San Francisco e la baia. Tutto è a pezzi, sotto cumuli di macerie la città californiana è irriconoscibile. Sembra la fine del mondo. In questi momenti si vede il cavallo di razza, l’imprenditore vero. Giannini raccoglie dalla cassaforte della banca fondi e lingotti e li mette sul molo del porto: di nuovo presta soldi a chi gli dimostra di voler andare avanti, lavorare. La Bank of Italy sarà fondamentale nella ricostruzione di San Francisco. Amadeo continua ad essere a fianco degli immigrati, che vogliono migliorare il proprio destino e quello dei figli. Non soltanto. Sarà a fianco anche delle donne, delle suffragette americane nella loro battaglia per il diritto di voto. Mecenate e filantropo, finanzia ricerche mediche e scientifiche, ma anche artisti e registi: Il monello di Chaplin, Biancaneve e i sette nani, prodotto da Walt Disney, beneficiano del suo sostegno. Non si ferma mai. Sostiene la costruzione del Golden Gate, concorre a finanziare il New Deal di F.D. Roosevelt e poi il piano Marshall con circa 400 milioni di dollari: quasi tutta la somma sarà destinata all’Italia. La grande scommessa di Appi, italiano in fondo al cuore, sarà dunque la ricostruzione del Paese dei genitori, dei propri avi. Amadeo si spegne due anni dopo l’annuncio del piano Marshall, il 3 giugno 1949: Europa e Italia avevano già ripreso il cammino della crescita. Il libro di Giorgio Alarico Chiarva, a tratti commovente, cattura il lettore. Non è solo la ricostruzione biografica di un personaggio importante, di origini italiane ma da noi poco conosciuto: è anche il resoconto dei frutti che possono dare l’impegno indefesso, la caparbietà, l’attenzione agli altri, la visione illuminata del futuro, l’apertura alle arti e alla scienza. E dimostra il ruolo che una banca popolare, etica, può svolgere a pro di cittadini che, muovendo da una condizione di svantaggio, vogliano farcela. Il 6 maggio prossimo ricorre il 150esimo anniversario della nascita di Amadeo Peter Giannini. Una riflessione s’impone: e se in tempi di Covid19 ce ne fossero tanti come lui?

Amadeo Peter Giannini, storia del più grande banchiere del mondo (visionario e gentiluomo)
Di Lucia Ingrosso

Generoso, onesto, visionario, lungimirante, coraggioso, Amadeo Peter Giannini rifiutò denaro, onori, cariche. Ma non sfide, responsabilità e opportunità. Personaggio grandioso e attualissimo, superò una catastrofe simile al Covid-19. E innovò il mondo del credito.
Amadeo Peter Giannini è l’imprenditore che finanziò il primo film di Chaplin, Il monello, la creazione della 20th Century Fox, la costruzione del Golden Gate a San Francisco e la nascita della Hewlett-Packard. L’uomo che rifiutò l’endorsement a Benito Mussolini («Si finge un agnello, è un lupo famelico») e contribuì a far eleggere Franklin Delano Roosevelt. L’affarista che capì il talento di Walt Disney e gli diede l’idea (e i soldi) per realizzare un film leggendario: Biancaneve e i sette nani. Il banchiere che permise a migliaia di onesti lavoratori e immigrati di mettersi in proprio e diede ai suoi dipendenti l’accesso alle cure mediche e agli studi per i figli. Il visionario che anticipò il Piano Marshall, puntò sulla pubblicità, diede opportunità e potere alle donne. Il combattente che tenne testa a Rockefeller e J.P. Morgan e seppe risollevarsi dopo un terremoto devastante. L’uomo che si fece amare dalla sua famiglia, dai suoi collaboratori e da due nazioni: gli Usa, in cui crebbe, e l’Italia, la sua terra d’origine. Quello che, da più parti, è stato definito “il più grande banchiere del mondo”, in grado di creare un impero da 517 filiali con un patrimonio di oltre 6 miliardi di dollari.
Stiamo parlando di una storia lontana nel tempo: Giannini è nato il 6 maggio del 1870, 150 anni fa, e morto nel 1949. Eppure la sua figura è moderna e più che mai attuale. A causa di un terremoto, ma non solo. La sua storia è quasi leggendaria. Tutto comincia nel 1869, quando Luigi e Virginia Giannini lasciano la natia cittadina di Favale di Malvaro, in provincia di Genova, per emigrare negli Stati Uniti. In California, a San Jose, dove hanno avviato un’impresa agricola, il 6 maggio 1870 (150 anni fa) nasce Amadeo Peter, detto Appi. Il padre gli insegna i valori dell’onestà e del duro lavoro, ma, quando Appi ha solo 7 anni, viene ucciso da un bracciante per una controversia da un dollaro. Il trauma è enorme. Per fortuna, la madre si risposa con Lorenzo, amico di famiglia e agricoltore. La famiglia si trasferisce a San Francisco, dove il mercato è più fiorente.
«A 14 anni, Amadeo lascia la scuola. Lavora nell’impresa agricola del patrigno e capisce che la frutta va raccolta acerba e che è meglio commerciare che coltivare. In più, pensa subito a come farla crescere. A 15 anni, inventa il mailing. Scrive infatti una lettera che propone i servizi dell’azienda a potenziali clienti e la ricopia per ben 100 volte. Conseguenza? 100 nuovi clienti! Successivamente, farà largo uso degli strumenti pubblicitari: spot radiofonici, annunci sui quotidiani, interviste sui giornali. Capisce l’importanza di rivolgersi nel modo giusto al target giusto. Quando cerca clienti fra gli immigrati, scrive volantini pubblicitari nelle varie lingue» racconta Giorgio A. Chiarva, autore della sua biografia Amadeo Peter Giannini. A 20 anni è un ragazzone di 100 kg alto 180 cm, con le idee molto chiare. Sposa Clorinda, figlia di un grande banchiere. All’inizio il suocero è scettico e lo definisce “Quel verduraio italiano”. Poi, capito il suo valore, gli lascia la direzione della sua banca. A malincuore, Amadeo si dimette dall’impresa del patrigno e si getta nella nuova avventura. La sua idea: una banca più moderna, con meno garanzie e più facilità di accesso al credito. «Il mondo si sta trasformando, noi dobbiamo capirlo e, se possibile, adeguarci alla modernità» dice al cognato. Ma il suo spazio di manovra è limitato. E così Amadeo, a 34 anni, lascia la banca del suocero per fondarne una sua: la Bank of Italy, ad azionariato diffuso (poi diventerà Bank of America). «I nostri clienti sono quelli che voi avete sempre rifiutato. Faremo prestiti di importi anche modesti alle nuove imprese, agli immigrati, a chi non può dare garanzie, ma ha buone idee e voglia di lavorare. Le banche devono avere una funzione sociale, guidare lo sviluppo, creare opportunità, diventare la forza su cui l’imprenditore può fare conto» amava ripetere Giannini. Rifiuta la carica di presidente (sarà solo vice) perché vuole che la banca sia di tutti gli italiani. Gli inizi sono difficili, poi riesce a farsi conoscere. Anche Appi si trova coinvolto in un evento tragico, capace di distruggere la sua vita e tutto ciò che ha costruito. Se oggi è il Covid-19, nel 1906 a San Francisco è il terremoto a buttare all’aria decenni di lavoro: città distrutta, 3.000 morti, una crisi senza precedenti. La banca è in macerie, ma tempo pochi giorni e lui la riapre al porto, la zona più popolare. È solo un banchetto da verduraio con la scritta Bank of Italy e, sotto, “business as usual”. E una mission chiara: dare i soldi a chi intende contribuire alla ricostruzione. Senza garanzie, perché le uniche garanzie sono l’onestà e la voglia di lavorare. «L’insegnamento è anche per i politici e i governanti di oggi che danno i soldi in base alla pancia e all’opportunità di ottenere dei voti. E invece bisogna darli a chi intraprende, dà lavoro, produce ricchezza» commenta Chiarva. Seguono anni intensi. Giannini scommette sull’industria del cinema («È il futuro dell’intrattenimento: è incredibile come uno stesso spettacolo possa essere visto nello stesso momento in città diverse»), finanziando capolavori come Il monello dello sconosciuto Chaplin (non chiede interessi, ma il 20% degli incassi: un azzardo ben ripagato), Biancaneve e i sette nani di Walt Disney (ne scoprì il talento e gli diede l’idea della storia da mettere in scena) e Via col vento. Le imprese memorabili È il 1910. Negli Stati Uniti le donne non solo non possono votare, ma neanche possono svolgere lavori di concetto. Giannini ritiene che sia uno spreco e le assume in banca. Addirittura, un’intera filiale impiega solo personale femminile, più gradito alle clienti. Nel 1911, le donne ottengono il diritto di voto in California. L’anno dopo, Amadeo e la moglie fanno uno dei tanti viaggi in Italia e organizzano un pranzo in piazza per 100 persone nel paese d’origine dei suoi genitori. «Anche se viviamo dall’altra parte del mondo, il nostro cuore è qui con voi». Nel 1917, fonda la Banca dell’Italia Meridionale, che nel 1922 diventa la Banca d’America e d’Italia. Ma le sue origini insinuano il sospetto che sia mafioso. La moglie gli dice: «È solo con il tuo lavoro che potrai mettere a tacere queste voci». E quando la mafia prova a usare la banca di Giannini per i suoi loschi traffici, lui li rimbalza con una scusa, bluffando: «Non posso: i federali mi tengono d’occhio». Passano gli anni e passa anche la Prima guerra mondiale. Nel 1928, Giannini tiene un discorso a Stanford, università che finanzia e dove ha aiutato ad andare a studiare molti figli dei suoi dipendenti. Quando la sua banca rischia una lotta intestina, lui fa un passo indietro e lascia la guida al figlio Mario, emofilico, molto più diplomatico di lui. Arriva la crisi del 1929, ma la banca di Giannini resiste: depositi prudenziali di oro e conti chiusi agli speculatori.
Nel 1932 si presenta da lui l’ingegner Strauss: «Ho scommesso la mia vita su questo ponte, ho investito 10 anni di vita e tutti i miei soldi. Ora sono a un passo dal rinunciare, lei è la mia unica speranza». Giannini sa che l’affare può essere buono, così fa una sola domanda a Strauss: «Quanto durerà questo ponte?» La risposta («Per sempre») lo convince. Così lo finanzia con 35 milioni, al posto dei 32 richiesti. È un ottimo investimento. Quando, a un evento della Chrysler (società che aveva contribuito a salvare) gli viene regalata un’auto, lui si indigna: «A malapena accetto una bottiglia di grappa». La restituisce e pretende che il valore sia dato in beneficenza e la notizia riportata dai giornali. Quando, durante la Seconda guerra mondiale, gli italiani negli Usa sono considerati dei nemici, Giannini si ribella. «Allora arrestate anche me!». E si dà da fare per liberarli. A guerra finita, fa esporre il tricolore alla finestra di tutte le filiali. «Oggi per la nostra banca è un giorno di festa». Quindi aiuta l’Italia con prestiti a varie aziende, fra cui la Fiat, a cui destina 4 milioni di dollari. Negli anni, la sua banca cresce grazie a fusioni e all’apertura di filiali in tutto il Paese, il che fa di lui “il più grande banchiere di tutti i tempi”. Nel 1945, per i suoi 75 anni, non fa un regalo a se stesso ma al mondo: fonda la Giannini Family Foundation (che esiste ancora) per promuovere la ricerca medica. Amadeo Peter Giannini muore nel 1949. Al suo funerale partecipano migliaia di persone commosse e il feretro è salutato da un lungo, interminabile applauso. Tratto da Millionaire di maggio 2020.


Eugenio Caruso - 3 giugno 2022

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www.impresaoggi.com