Alessandro Marchetti fondatore di una delle più importanti imprese aeronautiche


Io lavoro sempre con la convinzione che non esista, in fondo, nessun problema irrisolvibile.
Jung


INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI

In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei grandi capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia e del made in Italy. Anche con riferimento alle piccole e medie imprese che hanno contribuito al progresso del Paese.

Biografie precedenti

A - Abarth - August Abegg - Adamoli - Giovanni Agnelli - Franco Angeli - Agusta - Alemagna - Amarelli - Amato - Angelini - Ansaldo - Aponte - Richard Arkright - Auricchio -
B - Barilla - Barovier - Bastogi - Beneduce - Karl Benz - Beretta - Bertone - Bialetti - Bianchi - László József Bíró - Coniugi Bissel - Bocconi - William Edward Boeing - Bombassei - Bombrini - Borghi - Borletti - Bormioli - Borsalino - Bracco - Branca - Breda - Brugola - Brustio - Buitoni -
C - Cabella - Campagnolo - Campari - Cantoni - Caproni - Caprotti - Cassani - Louis Chevrolet - Cicogna - Cini - Cirio - André Gustave Citroen - Colussi - Costa - Cosulich - Crespi - Cristaldi -
D - Gottlieb Wilhelm Daimler - Danieli - De Angeli - De Cecco - De Ferrari - Rudolf Diesel - Walt Disney - Donegani - Ennio Doris - Cavalieri Ducati - William Durant -
E - Thomas Edison - Erba -Esterle -
F - Enrico Falck - Fassini - Fastigi - Feltrinelli - Anna Fendi - Ferragamo - Ferrari - Ferrero - Ferruzzi - Figari - Florio - Henry Ford - Fumagalli -
G - Egidio Galbani - Edoardo Garrone - Peter Giannini - Giuseppe Gilera - Giugiaro - Francesco Gondrand - Riccardo Gualino - Gucci - Carlo Guzzi -
H - Hewlett e Packard - Ulrico Hoepli -
I - Ferdinando Innocenti -
J - Steve Jobs
K - Krizia - Raymond Albert Kroc - Alfred Krupp
L - Lamborghini - Vincenzo Lancia - Vito Laterza - Achille Lauro - Roberto Lepetit - Mattia Locatelli - Florestano de Larderel - Luigi Lavazza -
M - Macchi - Marchetti - Marelli - Marinotti - Martini - Maserati - Marzotto - Mattei - Melegatti - Menarini - Merloni - Fratelli Michelin - Mondadori - Montesi - Morassuti - Angelo Moratti - Angelo Moriondo - Angelo Motta - Giacinto Motta - Ugo Mutti -
N - Giuseppe Nardella - Vittorio Necchi
O - Adriano Olivetti
P - Pagani - Pavesi - Peretti - Perrone - Pesenti - Armand Peugeot - Piaggio - Pininfarina - Pirelli - John Pemberton - Stephen Poplawski - Ferdinand Porsche - Prada -
R - Guglielmo Reiss Romoli - Louis Renault - Alberto Riva - Angelo Rizzoli - Agostino Rocca - Gianfelice Rocca- John Davison Rochefeller - Nicola Romeo - Alessandro Rossi -
S - Angelo Salmoiraghi - Isaac Merrit Singer - Alfred Sloan - Luisa Spagnoli - Otto Sundbäck
T - Franco Tosi - Nicola Trussardi -
V - Gianni Versace - Vittorio Valletta - Alfredo Vignale - Carlo Vichi - Giuseppe Volpi
W - Edoardo Weber
Z - Ugo Zagato - L. Zambeletti - Lino Zanussi - E. Zegna

Alessandro Marchetti

marchetti

Fotoritratto

La SIAI-Marchetti, (famosa tra gli anni venti e quaranta come Savoia-Marchetti) era una delle principali imprese aeronautiche italiane. Alla fine degli anni sessanta passò sotto il controllo dell'Agusta, e nel 1997 venne acquisita dalla Aermacchi, poi diventata Alenia Aermacchi e in seguito confluita in Finmeccanica, oggi Leonardo.
Il 12 agosto 1915 venne fondata a Milano la Società Idrovolanti Alta Italia (SIAI) dagli imprenditori Domenico Lorenzo Santoni, già fondatore nel 1913 della Società Anonima Costruzioni Aeronautiche Savoia, e Luigi Capè. L'azienda si occupava della produzione su licenza e commercializzazione degli idrovolanti della ditta francese FBA (Franco-British Aviation Company). La direzione tecnica venne affidata all'ingegnere Raffaele Conflenti; fu lui a sviluppare durante la prima guerra mondiale i primi progetti di idrovolanti SIAI, basandosi al principio sui modelli francesi. In quegli anni venne assunto il pilota collaudatore svizzero Émile Taddéoli che partecipò allo sviluppo dei modelli. Nel 1915 la SIAI acquisì la Società Anonima Costruzioni Aeronautiche Savoia e negli anni immediatamente seguenti i velivoli prodotti furono conosciuti come "SIAI", "SIAI-Savoia" o "Savoia", e continuavano ad essere designati con la sigla S. Nel 1921 Raffaele Conflenti accettò l'invito a diventare direttore tecnico della Chantiers Aéro-Maritimes de la Seine (CAMS), ditta francese fondata nel 1920 che aveva avviato l'attività proprio con la produzione su licenza dei SIAI S.9 e S.13. A consolidare l'attività della ditta fu comunque il successo di vendite del S.16.
Fondamentale per l'impresa fu l'arrivo, nel 1922 dell'ingegnere Alessandro Marchetti. Con Marchetti come capo progettista l'impresa realizzò negli anni seguenti i velivoli più significativi, tra questi il Savoia-Marchetti S.55 delle crociere atlantiche e l'S.M.79 Sparviero, forse il più famoso aereo italiano della seconda guerra mondiale. L'ing. Marchetti, mentre lavorava alla Vickers-Terni della Spezia aveva sviluppato un prototipo di caccia biplano designato Marchetti MVT (Marchetti Vickers-Terni). Il progetto di questo biplano, con alcune modifiche, seguì il suo progettista alla SIAI, dove venne riproposto con la designazione di SIAI S.50, diventando il primo aereo terrestre dell'impresa. In questo periodo iniziò a diffondersi la denominazione Savoia-Marchetti, mentre la sigla dei velivoli continuava ad essere la S. La S.M. venne introdotta successivamente, nel 1937, sia perché anche in Italia si era affermato l'uso, come già in Germania e altre nazioni, di associare il nome del progettista a quello del velivolo, sia per indicare la partecipazione di Marchetti alla proprietà dell'impresa.

Savoia

Esemplari di Savoia Marchetti


Il periodo tra gli anni venti e trenta rappresentò probabilmente l'apice della S.M. che vedeva i suoi idrovolanti protagonisti di diverse imprese aeronautiche, commercializzati in tutto il mondo: USA, dove operava una sua filiale, la American Aeronautical Association, URSS, Romania, Brasile, Belgio, Spagna, Svezia, Turchia e Francia. A metà degli anni trenta inizia l'affermazione della S.M. come costruttrice di aerei terrestri, dopo una prima produzione dedicata agli idrovolanti. Merito della fama certamente l'S.M.79 Sparviero che volò per la prima volta nel 1934, concepito originariamente come trasporto veloce, e poi sviluppato come bombardiere/aerosilurante. In quel periodo il numero di commesse per l'S.M.79 e gli altri trimotori della ditta, erano tali che questi aerei vennero realizzati anche da altre imprese in particolare la Officine Meccaniche Reggiane (gruppo Caproni) e l'Aeronautica Umbra S.A. (gruppo Macchi).
Prima della fine della Seconda guerra mondiale, nel 1944, la ditta abbandonò il nome monarchico Savoia nel marchio, tornando alla vecchia denominazione di SIAI, con il nuovo significato di Società Italiana Aeroplani Idrovolanti (anziché Società Idrovolanti Alta Italia). La designazione venne mantenuta fino agli anni ottanta.
Gli anni del dopoguerra non furono facili per la SIAI-Marchetti, così come per molte altre ditte aeronautiche italiane. Nel 1946, parimenti alla Caproni, anche la Marchetti tentò di inserirsi nel settore del trasporto terrestre, progettando e realizzando alcuni prototipi di motoleggera che utilizzavano come propulsore il motore a due tempi con distribuzione a disco rotante dell'Aviocompressore Garelli, all'uopo modificato. La richiesta per la fornitura dei propulsori non fu però accolta dalla Garelli, totalmente impegnata nella produzione del "Mosquito". Tali prototipi di motoleggera - che non giunsero alla fase produttiva e furono poi utilizzati per la locomozione all'interno dell'azienda - rivestono particolare importanza nella storia del motorismo, essendo le prime motociclette dotate di motore con alimentazione a disco rotante. Nel 1951 la compagnia si trovò sull'orlo della bancarotta e solo nel 1953 riuscì a ritirarsi dalla procedura di liquidazione, riprendendo l'attività. Come già detto in un precedente articolo, le due guerre mondiali fecero sì che le industrie anglo americane venissero coinvolte nella realizzazione di immense flotte di aerei militari e nei dopoguerra le rispettive industrie, grazie a una enorme disponibilità finanziaria, si dedicarono alla produzione di velivoli civili.
La svolta arrivò a metà degli anni sessanta con lo SF-260, un addestratore leggero; infatti l'attività della ditta si era ormai concentrata sugli aerei leggeri, dopo lo scarso successo del bimotore S.M.102. Questo piccolo aereo venne costruito dalla SIAI in più di ottocento esemplari, commercializzato in 39 paesi ed è tuttora in produzione. Nel 1968 il 30% della SIAI veniva acquisito dalla Agusta che passava al 60% nel 1973. Nello stabilimento SIAI-Marchetti di Vergiate si costruirono dunque, per conto di quest'ultima, buona parte degli elicotteri A109, oltre ai Bell, CH-47 e HH-3F dei quali l'Agusta deteneva la licenza. Pochi anni dopo, nel 1981, compiva il primo volo l'S.211, addestratore basico con motore turbofan, che diventerà l'ultimo progetto della ditta. Nonostante le caratteristiche, rivelatesi in futuro avanti coi tempi, e le buone prospettive iniziali, con un lotto di aerei acquistato dall'aeronautica di Singapore ed Haiti, il velivolo non riuscì ad imporsi sul mercato.
Nel 1983 l'Agusta acquisisce il 100% della SIAI-Marchetti, facendola diventare l'azienda leader del settore aeroplani all'interno del Gruppo e nel 1997, in seguito a programmi governativi di unificazione delle aziende aeronautiche, venne chiusa. Gli stabilimenti rimasero ad Agusta, mentre le attività e i progetti furono rilevate dalla Aermacchi, che ancora produce l'SF-260 e continua lo sviluppo dell'S.211, con la nuova designazione M-311 / M-345. Nel 2006 lo storico stabilimento di Sesto Calende è stato riaperto da AgustaWestland come sede della tecnologica Training Academy, dove svolge attività di scuola di volo con modernissimi simulatori.

S M

I primi due esemplari di S.211 in volo sopra Angera


Il 23 Dicembre 2020 Leonardo ha consegnato all'Aeronautica Militare Italiana i primi due aerei addestratori M-345, la cui sigla identificativa di Forza Armata è T-345A. L'Aeronautica Militare Italiana ha ordinato ad oggi 18 M-345 nell'ambito di un fabbisogno complessivo di 45 aeroplani che dovranno progressivamente sostituire i 137 MB-339 entrati in linea a partire dal 1982. Il nuovo M-345 sarà anche il futuro aereo della Frecce Tricolori. Il nuovo M-345, progettato per soddisfare i requisiti di addestramento basico e basico-avanzato, andrà a integrare gli M-346 impiegati per la fase avanzata dell’addestramento dei piloti supportando il consolidamento del processo di crescita delle capacità formative dell’Aeronautica Militare Italiana. L’M-345 è un velivolo altamente performante e capace di rendere più agevole il passaggio dei piloti provenienti dagli addestratori basici ai caccia di ultima generazione, per l’esecuzione della seconda e terza fase del percorso di addestramento di un pilota militare e come nuova piattaforma della Pattuglia acrobatica nazionale (Pan).

SIAI-Marchetti

Sigla Nome completo
Tipo
Primo Volo
SM-101 SIAI-Marchetti SM-101
Monomotore da trasporto per 6 passeggeri
1947
SM-102 SIAI-Marchetti SM-102
Bimotore da trasporto leggero per 9 passeggeri
1949
SM-1019 SIAI-Marchetti SM-1019
Monomotore turboelica da collegamento,
sviluppato dal Cessna Model 305A/O-1 Bird Dog
1969
SF-260 SIAI-Marchetti SF-260
Monoplano mono-triposto multiruolo, sviluppato dall'Aviamilano F 250
1964
SF-600 SIAI–Marchetti SF-600 Canguro
Bimotore turboelica da trasporto leggero, sviluppato dal Generalavia F 600 canguro
1981
S-205 SIAI-Marchetti S-205
Monomotore quadriposto da turismo
1965
S-208 SIAI-Marchetti S-208
Monomotore a 5 posti da turismo, sviluppo del S 205
1967
SA-202 Bravo SIAI-Marchetti SA-202 Bravo
Monomotore a 2 posti da turismo, prodotto su licenza FFA
1969
S-210 SIAI-Marchetti S-210
Bimotore per trasporto executive di 6 passeggeri, sviluppato dal S 205
1970
S-211 SIAI-Marchetti S-211
addestratore basico propulso da turboventola
1981
S-700 SIAI–Marchetti S-700 Cormorano
Progetto per una versione anfibia del bimotore SF 600 Canguro
Abbandonato

SIAI

S.M.79 della 193ª Squadriglia in volo sul Mediterraneo. In questa configurazione si notano le quattro mitragliatrici, frontale, dorsale, laterale e ventrale.

 

Eugenio Caruso - 14 giugno 2022

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